La Riserva Naturale del Lago di Vico è stata istituita con la legge regionale del 28 settembre 1982 ed ha un dislivello che varia da 505 a 963 m s.l.m. Fa parte del comprensorio dei Monti Cimini ed è il lago con l’altitudine più alta d’Italia. La superficie è circondata da un anello montuoso i cui crinali rappresentano la circonferenza del vulcano Vicano, sprofondato più o meno 400.000 anni fa, è uno dei laghi più integri della Nazione. Originariamente, la riserva, comprendeva solo il comune di Caprarola ma con la legge regionale del 2008 l’estensione si è ingrandita fino a comprendere anche la zona di Ronciglione.

Osservando il territorio dalla vecchia piattaforma dove, una volta, si usava per il parapendio, si ha un quadro completo di come è suddivisa l’area.

La Palude delle “Pantanacce” a nord-ovest del lago, è una delle più estese del Lazio. L’ambiente è ideale per la sosta, lo svernamento e la nidificazione di una grande varietà di uccelli. In questa zona, per facilitare l’osservazione degli uccelli acquatici ed evitare il disturbo, è stato realizzato un osservatorio che può ospitare sia gruppi che scolaresche.

Il Bosco: la gran parte della Riserva Naturale è coperta dal bellissimi boschi rigogliosi che si estendono per circa 900 ettari, la cui crescita è favorita dalle precipitazioni abbondanti e dalla fertilità del suolo. La presenza del faccio in questa zona è molto particolare dato che qui scende a quote di ben al di sotto del suo limite altitudinale (530 m sul Monte Venere). La “Faggeta depressa” di Monte venere ha un notevole interesse naturalistico e scientifico ed è protetta nella sua integrità. Oltre al faggio ed al cerro i boschi della riserva ospitano altre specie arboree come i lecci, ornielli, aceri ecc. Tra le specie del sottobosco ricordiamo l’agrifoglio (protetto dalla legge regionale del 1974, che talvolta raggiunge dimensioni arboree), il biancospino, il pungitopo ecc.

La restante porzione di territorio è occupata dalle coltivazioni di castagne e nocciole, un prodotto tipico ed il fiore all’occhiello della Tuscia.